Processo Prisma: la Juve cerca la prescrizione, come accaduto per doping e Calciopoli

La prima cosa da dire, a due giorni dall’udienza preliminare del processo di Torino, è che la Juventus in primis sa di non essere salvabile né sul fronte penale né sul fronte sportivo: la sua colpevolezza è conclamata, la mole probatoria a suo carico non le dà scampo.

Essendo impossibile dimostrare la propria innocenza rispetto alle accuse formulate, tutte provate, la Juventus ha scelto d’imboccare l’unica strada che può darle una chance: quella delle eccezioni e dei cavilli giuridici che possono disturbare o frenare i procedimenti.

Non potendo dire sono innocente, la juventus urla e strepita non vi è permesso giudicarmi, e si butta in una caccia disperata al vizio di forma che possa disarmare l’arma in mano all’accusa: anche a costo di segnare autogol clamorosi come quello della “carta Covisoc”.

Questa strategia, adottata sul fronte sportivo, nella speranza di giungere alla cancellazione del -15 grazie a un cavillo giuridico, verrà messa in campo in grande stile anche sul fronte penale già a partire da lunedì in avvio di udienza preliminare. Succederà questo…

La Juventus solleverà l’eccezione della competenza territoriale: il processo non va fatto a Torino, dirà, ma a Milano dove ha sede la società di comunicazione che ha diffuso al mercato le informazioni manipolate di cui siamo accusati, e dove ha sede anche la Borsa.

Viene da ridere naturalmente. E forse vi starete chiedendo: perchè la Juventus vuole farsi giudicare a Milano invece che a Torino? Pensa di avere giudici amici e di avere quindi maggiori probabilità di non vedersi alla fine condannata?

No. Consapevole di non poter dimostrare in alcun modo, nel merito delle accuse, la propria innocenza, la Juventus imbocca la sola strada a lei utile: perdere tempo, rallentare i tempi del procedimento, fare ogni tipo di ostruzionismo per arrivare alla prescrizione.

Come successo nel processo doping che vide Giraudo e Agricola riconosciuti colpevoli ma prescritti, o nel processo Calciopoli per Moggi riconosciuto colpevole di associazione a delinquere ma prescritto, la Juventus cerca questo per sé, per Agnelli e via dicendo.

Qualsiasi altra cosa vi capiterà di leggere, o di ascoltare in tv, sarà una bugia.
I reati commessi da Agnelli & company sono talmente gravi, conclamati, reiterati e provati che pensare di uscire indenni dal processo penale è un’utopia e lo sanno tutti.

Se i tempi lunghi della giustizia ordinaria permettono tutto ciò, non è così per la giustizia sportiva. Ma come già successo per la caccia al cavillo volta a invalidare la sentenza della Corte d’Appello per le plusvalenze, succederà così anche per le manovre stipendi.

Non si punterà alla prescrizione (i tempi brevi dell’ordinamento sportivo non lo consentono), ma alla scoperta di un qualsiasi vizio di forma che “disarmi” le ragioni dell’accusa e faccia sgattaiolare il club fuori dalle tagliole di pene durissime quali meriterebbe.

Rimane la tristezza di vedere un club di alto lignaggio come la Juventus del tutto disinteressato nel voler dimostrare la propria innocenza rispetto ai reati di cui è accusata; e media e politica schierati compatti al suo fianco diseducando i giovani e l’intero Paese.

(Credit: Paolo ZIliani)